DILLO IN ITALIANO. ABUSO DELL’INGLESE NELLA LINGUA ITALIANA
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DILLO IN ITALIANO. ABUSO DELL’INGLESE NELLA LINGUA ITALIANA
An
2017
Mois
octobre
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Gli anglicismi sono dappertutto, nella lingua parlata e in quella scritta.
Negli ultimi anni le parole inglesi che usiamo quotidianamente sono aumentate a dismisura; risulta ec***[censured]***vo l'uso di questi termini in ogni settore: dal cinema, alla radio, ai giornali.... l'unico mezzo validissimo che rimane per imparare l'italiano e per mantenerlo vivo è "Topolino"
Anche nel nostro settore (il turismo) vi sono molte parole anglofone.... In questo breve articolo vorrei sottolineare come è possibile arricchire la nostra amata lingua coniando nuovi termini che possono sostituire i corrispettivi abusati inglesi....
- jet lag fusopatia
- trolley rullovaligia
Secondo il dizionario Treccani, il prestito (o forestierismo) è una parola, una locuzione o una costruzione sintattica di una lingua straniera che entra nel lessico di un’altra lingua. Tuttavia, vi sono due tipi di prestiti, “prestiti per necessità” e “prestiti di lusso”.
Nella prima categoria troviamo quelle parole che vengono introdotte in una lingua appunto “per necessità”, vale a dire quando sorge il bisogno di riempire un “vuoto” lessicale o semantico a causa l’introduzione di un oggetto o di un concetto proprio del paese “straniero”, ma inesistente nel paese di arrivo (basti pensare alla patata, presa in prestito dall’haitiano, al caffè dal turco, alla maggior parte della terminologia informatica clonata dall’inglese, oppure a quei termini sportivi propri di un paese straniero come inning nel baseball oppure pick and roll nella pallacanestro, ecc.).
Della seconda categoria, fanno parte, invece, quei termini presi in prestito in modo superfluo, in quanto esisterebbero già dei corrispettivi lessicali e semantici nella lingua del paese di arrivo (babysitter vs bambinaia, weekend vs fine settimana, display vs schermo, manager vs dirigente ecc).
Tuttavia, sebbene il prestito di lusso a volte avvenga per facilitare la comunicazione anche se non vi è una necessità prettamente riempitiva di un vuoto lessicale, ultimamente in Italia è sorta la tendenza di un utilizzo quasi ingiustificato, se non eccessivo del prestito.
In conclusione, l’uso dei prestiti linguistici in italiano oggi, sembra più una questione di stato sociale che una vera necessità. La sovrabbondanza, se non l’abuso, di espressioni inglesi nel nostro parlato non sembra trovare una giustificazione. Meditate ragazzi!! A presto!!